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Incertezza e Fuzzy-pensiero
L’incertezza ha il significato di interazione fra diverse opzioni ed alternative. Parafrasando Albert Einstein, un problema non può essere risolto al livello di pensiero al quale, e con la stessa cultura con la quale, è stato creato o percepito.
Karl Popper scrisse che tutta la scienza poggia su sabbie mobili e Anthony Giddens ha affermato che non vi è nulla di certo nella scienza e niente può essere provato, anche se le più sicure informazioni sul mondo alle quali possiamo aspirare sono frutto dell’impegno scientifico.
L’incertezza è il luogo naturale dei principi dialogici che mettono insieme assunti complementari o antagonisti (ad esempio, conservazione, rivoluzione, resistenza).
L’incertezza è l’espressione di circolarità, retroazione, complementarietà, completezza, solidarietà, olismo, etc.
Oggi è chiaro che gli esseri umani percepiscono la realtà come ciò che essi pensano sia. Come insegna la ben nota commedia di Pirandello: "Così è se vi pare".
La realtà è infatti un concetto dialogico: la realtà fattuale può risultare irreale (il cambiamento futuro può capovolgere ciò che si è ritenuto essere vero), l’irrealtà può essere reale (quando ciò che si era ritenuto irreale o falso, o frutto della pazzia, si rivela successivamente vero).
L'uso positivo dell'incertezza aumenta la capacità di affrontare la complessità, analizzare e risolvere problemi comprendendo:
  • la relatività della scienza e del sapere
  • culture e saperi differenti, antichi e nuovi
  • i limiti di realtà "oggettive"
  • la relazione dialogica tra concetti e nozioni che sembrano contraddittorie oppure opposte
  • i limiti della tendenza al riduzionismo che prende in considerazione fenomeni solo quantificabili, misurabili e formalizzati
  • l'intrecciata dinamica di un sistema dove le parti dipendono dall'insieme e viceversa
  • l'unità all'interno e tra diversità, così come le diversità all'interno di ciò che sembra essere unito
  • la contemporanea esistenza di tre tempi, il presente del passato, il presente del presente ed il presente del futuro (come affermato da S. Agostino)
  • la connessione tra dimensione locale e globale
  • la necessità di contestualizzare e globalizzare conoscenze e azioni

I concetti del fuzzy-pensiero, presentati recentemente da Bart Kosko e Lofti Zadech, contribuiscono all'uso positivo dell'incertezza. Fuzzy significa soffice come una pelliccia, di forma e di contorno sfumati, non chiaramente definiti, indistinti vaghi. Il simbolo del Tao (yin-yang), che rappresenta le contraddizioni e l’unione degli opposti, può essere considerato l’emblema del fuzzy-pensiero. Nulla è assoluto, non esiste dicotomia ma solo continuità in un costante processo olistico.  Non c’è una logica rigida ma flessibilità. Vari e diversi punti di vista coesistono e si combinano nello stesso tempo. C’è tolleranza, dialettica e compassion come definita dalla letteratura Buddista: chiara accettazione o riconoscimento degli altri, sviluppo di interesse per i loro punti di vista indipendentemente dalle loro attitudini.